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Proclamazione vincitori Concorso PASSI VERSO L'ALTRO - 3^ Edizione anno 2014.

Pubblicata il 22/11/2014

OPERE VINCITRICI CONCORSO

PASSI VERSO L'ALTRO
“L’ALTRO COME OPPORTUNITÀ PER APPRENDERE E CRESCERE”
 
 realizzato dall’Amministrazione Comunale - Assessorato alla Scuola ed alla Famiglia,
in collaborazione con l’Istituto Comprensivo e con il contributo della Pro Loco di Galliera Veneta.
 La selezione è stata aperta a tutti i ragazzi frequentanti le classi della Scuola  Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo di Galliera V.ta.  
I vincitori grazie alla  loro parteciupazione si aggiudicheranno il premio offerto dalla PRO LOCO di Galliera Veneta consistente in un VISUALIZZATORE PER LABORATORIO, unaSTAMPANTE LASER e alcuni FILM in DVD,   che andranno all’Istituto Comprensivo.
 
 Tutte le opere presentate saranno inserite in un volume che verrà consegnato ai partecipanti.
 
La giuria ha selezionato i migliori tre elaborati tra quelli inviati ed i primi tre gruppi vincitori
(uno di prima, uno di seconda e uno di terza)
sono risultati essere:


Gruppo Alunni Classe 1a B
 

Agrezzi Jessica - Ceccato Giulia Fryda
Fiamengo Samuele - Scapin Eleonora Aurora
 
L’ALTRO SONO IO CHE CRESCO CON GLI ALTRI.

  
L’altro è un fedele amico che ti aiuta a superare le difficoltà
come quando ti ferisci e lui è disposto ad aiutarti.

L’altro è chi vedi e non conosci, sempre disponibile verso di te.

L’altro è chi ti ascolta come il tuo nonno adorato che ti vuole bene. 

L’altro è chi saluti  e che a volte ti sorride quando ti vede.

L’altro è chi ti suscita un sentimento che provi e che a volte immagini. 

L’altro è chi è lontano da te e ti manca.

L’altro è chi ti fa un regalo: ti vuole bene! 

L’altro è chi sogni: con lui vorresti sempre giocare!

L’altro sono io! Sono io che cresco con gli altri.
 



Gruppo Classe 2a D
 
Bocca Francesca - Lazzari Giorgia
 
BAMBINE
 
Primo giorno di scuola alla Medie: nel cortile noi ragazzi chiacchieriamo e io, tra una battuta e l’altra, mi guardo attorno.
 
Gruppi di ragazze che sembrano tutte uguali, stessi jeans, stesso modello di scarpe di diversi colori e stessi sguardi da innamorate: della vita, del cantante preferito, del vicino di fila…
 
I ragazzi, con la loro aria da grandi uomini, si prendono in giro tra loro con risatine e scherzetti…
 
Il mio sguardo continua a girare in cerca di nuovi particolari e finalmente vedo lei!
 
Il suo aspetto è diverso da quello degli altri: è esile, tiene le gambe piegate, forse per mantenere l’equilibrio, le mani tese in avanti come una difesa.
 
 Ha i capelli lisci, gli occhi scuri nascosti da grandi occhiali da vista di un blu elettrico; il suo sguardo si incrocia con il mio e io non so cosa fare.
 
Ho paura di cosa potrebbe farmi.   E’ diversa da noi o forse siamo noi diversi da lei?
 
Mi avvicino senza rendermene conto e lei fa lo stesso con me.
 
Nella mia mente tante domande: cosa le dico, come mi devo comportare, capirà che ho paura di lei?
 
Ma perché ho paura?   E lei avrà paura di me?  
 
Cosa può pensare in questo momento? Ma basta uno sguardo, un sorriso, la sua mano tesa verso la mia e io pronta a prenderla.
 
Le mie paure scompaiono, come le sue, e siamo semplicemente due ragazze, che possono dare una all’altra tantissime cose, in modo diverso.
 
Il nostro aspetto, i nostri movimenti le nostre vite sono diverse, ma questo che importanza ha???
 
Siamo due ragazze che, unite, ne fanno una sola, ci completiamo a vicenda: lei con le sue problematiche ma con una voglia matta di vivere e di affrontare la vita con un sorriso; io invece con le mie paure e la mia ansia di non essere mai all’altezza, ma pronta a cercare di aiutare il prossimo.
 
Ognuno di noi è diverso o forse uso la parola sbagliata, non saprei…
 
So però che io e lei siamo entrambe, semplicemente, bambine!
 

 



 Gruppo Classe 3a B
 

Briotto Pietro - Dakavelli Sara
Maduro Joshua - Vieno Leonardo

 
COME LE STAZIONI DEI TRENI DEL MONDO
 
Solita mattina, solito treno, solito percorso verso la scuola; sembrava l’inizio di una giornata come tutte le altre.
Mi andai a sedere nel posto che ero solito occupare ogni giorno e cominciai a sfogliare la mia rivista preferita, quando, ad un tratto, il mio sguardo fu attratto da un quadernetto rosa e viola abbandonato sul sedile accanto al mio.
Notai che sulla copertina vi era incollata l’immagine di una boy band che tanto piaceva alle ragazzine.
Non so bene per quale ragione, ma, come se quell’oggetto mi stesse chiamando, lo aprii e cominciai a leggerlo.

Caro diario,  anche oggi è stata una giornata faticosa,
come le altre.
Sono stanca di questa scuola e di questi compagni,
di questo mondo che proprio non riesce a capirmi nemmeno un po’.

D’altronde non sono altro che un granello di sabbia
in mezzo ad una spiaggia immensa; a chi importerebbe mai di me?

 Per tutti i miei compagni non sono altro che quella ragazzina con la felpa larga,
seduta vicino al termosifone nell’angolo in fondo a destra.

Vorrei che qualcuno facesse amicizia con me,
che andasse oltre il mio aspetto fisico,
che non guardasse quanto sono alta,
se i miei capelli sono perennemente in disordine
o se non ho gli stessi gusti e il modo di pensare
della maggior parte dei ragazzi della mia età.

 Vorrei che i miei compagni provassero a conoscermi,
a non considerarmi la “sfigata”,
ma una persona come tutte le altre, e magari un’amica
”.

Lessi d’un fiato queste righe, con gli occhi fissi su quella pagina piena di adesivi e sbavature d’inchiostro.
Realizzai all’improvviso che la ragazza dalla felpa larga seduta vicino al termosifone, ultimo banco a destra, era proprio LEI, quella compagna di classe che anche io avevo sempre emarginato, facendomi influenzare dai pregiudizi dei miei compagni.
Queste parole mi facevano pensare a quanto male le avessi fatto, mentre IO, invece, ero quello apprezzato, pieno di amici, ma terribilmente vuoto dentro, che si era lasciato sedurre dal pregiudizio e dalla superficialità.
E all’improvviso, quasi come se un fascio di luce avesse illuminato la notte buia che avevo dentro ai miei occhi azzurri, ma fino a quel momento freddi, capii che per quanto LEI ed IO fossimo diversi, eravamo più vicini di quanto credessimo.
A bordo del treno pensai che noi esseri umani siamo così, come le stazioni dei treni del mondo, a volte vicine a volte lontane, ma sempre raggiungibili se siamo disposti a viaggiare per andarci incontro.

 


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