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AL GALLIERANO GIANFRANCO CECCHELE PREMIO ALLA CARRIERA "MARIA CALLAS" 2017.

Pubblicata il 28/08/2017

 


La IV Edizione del Festival Internazionale Maria Callas 2017 ha premiato
il tenore Gianfranco Cecchele
con il Premio alla Carriera

nella serata organizzata all’Hotel Due Torri di Verona.

 
In una Sala Casarini assai gremita si è svolto il bellissimo incontro con il cantante padovano che ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera lunga ben quarantotto anni, assieme al critico musicale Danilo Boaretto e all’ideatore della manifestazione il direttore Nicola Guerini.

Curioso che da ragazzo il sogno di Cecchele era diventare pugile, ma dopo alcuni brevi successi in categorie giovanili il padre gli impedì di intraprendere la carriera. Durante il servizio militare un ufficiale lo sentì cantare musica leggera e intuì che egli avrebbe potuto avere una carriera lirica. Pertanto si presentò dal celebre soprano Iris Adami Corradetti per un’audizione. La cantante affermò che il materiale c’era e sarebbero stati necessari cinque-sei anni di studio per pensare a un debutto. In seguito la sua voce fu apprezzata dal maestro Marcello Del Monaco, che lo iniziò seriamente allo studio e dopo pochi mesi di lezioni, nel 1963, vinse il concorso indetto dal Teatro Nuovo di Milano.

Il 5 marzo 1964 debuttò al Teatro Bellini di Catania ne La Zolfara di Giuseppe Mulè, quello fu l’inizio di una carriera folgorante. Rientrando da Catania si fermò per un’audizione sia a Napoli sia a Roma, uscendone con due rispettivi contratti. Nei mesi successivi debuttò al Teatro alla Scala nel Rienzi di Wagner, cui seguirono Aida a Venezia e Caracalla. In breve aggiunse in repertorio Norma, Don Carlo, Cavalleria rusticana, La forza del destino e Turandot. Nel 1965 interpretò Norma all'Opéra di Parigi accanto a Maria Callas. La vocalità prorompente gli permise di essere acclamato in breve tempo in molti teatri europei. Come da lui stesso affermato il suo stile di canto fu un lavoro che perfezionò in seguito, valido degli insegnamenti ma soprattutto ottenuto dalla consapevolezza di cosa la sua voce avrebbe potuto fare e donare al pubblico.

Nel 1965 ci fu u incontro molto importante con il direttore austriaco Herbert von Karajan che restò ammaliato dalle capacità vocali e lo scritturò alla Scala per le recite di Cavalleria Rusticana con la regia di Giorgio Strehler, poi registrata in studio come film-opera.

Nel 1969 la sua carriera fu brevemente interrotta per l’intervento dell’asportazione delle tonsille. La ripresa fu lunga e sofferta, la rieducazione degli organi della voce richiedendo tempo e costanza, ma alla fine poté riprendere a esibirsi ancora all'altezza anche dei ruoli più impegnativi. In questa seconda parte di carriera Cecchele trovò il modo di amministrare la sua voce in maniera differente ampliando il repertorio in opere come Ernani, Simon Boccanegra, Tosca, Andre Chénier, Turandot, Tabarro (debutto al teatro Metropolitan), Pagliacci, La fanciulla del West, Il Trovatore, Manon Lescaut, Adriana Lecouvreur e culminato a Bonn nel 1981 con il suo primo Otello al fianco di Maria Chiara. Proseguì una carriera internazionale fino alla fine degli anni novanta, restando memoria permanente nel pubblico di ogni luogo, sia per le dote canore sia il temperamento schietto e gentile di persona sincera e cordiale come dimostrato ancor oggi in occasione della premiazione.

Il premio consegnato a un Cecchele commosso da parte di Nicola Guerini consisteva in una riproduzione scultoria del soprano greco disegnato in esclusiva per l’occasione dall’artista Albano Poli.


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