Comune di Galliera Veneta
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Commemorazione “Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate".

Pubblicata il 07/11/2016

CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE
1915/1918 ∙ 2015/2018
100° ANNIVERSARIO DELLA GRANDE GUERRA

 



L’Amministrazione Comunale ha ricordato con cerimonie di fronte ai Monumenti ai Caduti che sono presenti nel nostro Comune ed iniziative culturali il
“Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate"
un evento significativo nella storia d’Italia istituito per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale.
 

 

Discorso del Sindaco
 

Benvenuti a tutti, all’Autorità religiosa il reverendo parroco, alle Autorità militari:il Comandante Stazione dei Carabinieri alle Autorità civili: i sigg. Consiglieri e Assessori Comunali,al Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi, ai Docenti e studenti dell’Istituto Comprensivo, e ai Volontari della Protezione Civile Comunale.
Un saluto ai Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’armi, ringrazio della presenza: l’Associazione Nazionale Bersaglieri Sezione di San Martino di Lupari, l’Associazione Nazionale Alpini Sezione di Cittadella, e l’Associazione Nazionale Fanti d’arresto Sezione di Galliera.
 
Voglio salutare e rendere omaggio ad un amico del nostro Comune: il reduce Tenente Colonnello Alberto Giopp classe 1917, che da poco ci ha lasciato.

Un saluto di benvenuto inoltre alle Associazioni di volontariato e agli ospiti della Casa di riposo Villa Imperiale e agli educatori e i volontari che li accompagnano, presenti anche loro stamattina qui con noi e a tutti voi Cittadini gallierani, benvenuti!
"Un'ora dopo si vide alla nostra sinistra due compagnie di alpini, anche loro con le baionette inastate ai fucili. A loro fu dato l'ordine di salire un monte vicino per dopo attaccare le trincee di fianco. Di fatti, come uccelli, salirono l'alta vetta e piano cominciarono la scalata sopra la trincea.

Per me, era un momento di ansia e di paura, che il mio cuore non batteva piu': mancava pochi minuti e poi si doveva andare all'assalto.

Di fatti, il primo alpino che salto' in trincea gli fu fracassato il cranio con un colpo di calcio di fucile. I suoi compagni, vedendo la sorte del loro amico, sbalzarono come inviperiti nella trincea e allora comincio' un terribile macello.

In questo momento, fu dato ordine anche a noi di attaccare di fronte e fu fatto all'istante. Si sbalzo' in piedi e si piombo' di sorpresa sul rimanente che non era impegnato con gli alpini. Anche qui, come dalla parte degli alpini, fu subito una tremenda carneficina, in mezzo a grida selvagge e grida di dolore dei poveri moribondi, feriti dalla terribile baionetta.

Questa furiosa lotta duro' per fortuna poco tempo, perche' i tedeschi si videro sopraffatti dalle baionette e ben presto gettarono i fucili e chi poteva se la scappava giu' nella vallata vicina. Si fecero 43 prigionieri, che erano scampati a quella sanguinosa lotta mentre i loro compagni giacevano giu', uno sopra l'altro, tutti macellati dalla terribile arma bianca.

Erano in piu' di 800 prima che noi si entrasse nella loro trincea e solo 43 si sono salvati, grazie ad un capitano degli alpini che con stento ha fatto lasciar le armi ai suoi alpini che volevano vendicare il suo primo compagno finendoli tutti, con la baionetta."

Appunti del soldato Mario Lodesani, caduto sul Monte Sabotino durante la VI battaglia dell'Isonzo, 1916.
Alla fine furono 1milione e 240mila vittime solo in Italia, di cui 600mila civili. Migliaia di feriti, di mutilati nell’integrità fisica o mentale, migliaia di orfani, di madri che avevano perso i loro figli, di mogli o fidanzate dal futuro distrutto, di figli senza un padre, di tombe vuote.

La retorica ci ha parlato di ‘eroi’, ma quali eroi? 

Forse il contadino analfabeta veneto, pugliese o siciliano che non sa perché va in guerra ma, volente o nolente ci va. E muore per chi?
Per la fabbrica Breda che vende armi fino al giorno prima della guerra alla Serbia, all’Austro Ungheria e alla Francia; alla Fiat che vende autocarri alla Germania e alla Russia o la Tosi di Milano che vende motori all'Inghilterra e alla Germania; alle migliaia di cavalli comperati bolsi negli Stati Uniti e gettati in mare, ai trattori inutilizzabili.
Ad altre ditte che il 23 maggio consegnano proiettili e munizioni all'Austria. La Grande Guerra, forse la più grande corruzione italiana mai vista. 

Gli eroi? Il contadino analfabeta. In nome della Patria. E la domanda viene spontanea. tutto questo per cosa? 
Onore ai nostri soldati.
Disonore a chi con la corruzione mangiò banchetti lauti sopra la loro pelle con la scusa della Patria e dei sacri confini. (Mario Vittorio Quattrina, 2016)

Noi ora siamo qui di fronte a Voi ragazzi e ragazze e a questo monumento, chiediamoci cosa fare quindi nel tempo in cui viviamo?

Ricordare anche quest’anno quei ragazzi dediti allo studio, che hanno senso di gratitudine per aver la fortuna di poter studiare in un Paese libero e civile, di aver genitori che pensano a loro, e dedicano le proprie energie alla Formazione per costruirsi un avvenire nel quale i Valori fondanti dell’uomo, quali la libertà, la democrazia, l’aiuto al prossimo, il rispetto della vita, siano nelle mente e nel cuore di ogni Cittadino.

Viva il 4 novembre!

Stefano Bonaldo
  
FOTO GALLERY
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